Cari lettori, oggi ho l'onore di ospitare sul blog una delle tappe dell'evento "Nel nome della Strega", per saperne di più vi invito a leggere Qui la presentazione della madre di questa bella iniziativa, Annamaria del blog "La contessa rampante".
Ricordo inoltre che il lettore che più si dimostrerà interessato all'iniziativa (con commenti, condivisioni, domande ecc.) verrà ricompensato da Annamaria proprio con uno dei libri finalisti del premio Strega 2017.
Ma ora passiamo al sodo.
Titolo:
Un'educazione Milanese
Editore: Manni
Prezzo Cartaceo: €16.00
Prezzo Ebook: €8.99
Prezzo Cartaceo: €16.00
Prezzo Ebook: €8.99
Trama:
"Cerco ponti in cui lo spaesamento e il sentirmi a casa coincidano. E su quei ponti finiscono con l’apparire, teneri e meridiani, i fantasmi che mi riconducono là dove io sono cominciato e dove è cominciata, per me, questa città.” Questa è una ricognizione autobiografica ed è il racconto della città che l’ha ispirata. Si entra nella storia dagli anni Cinquanta: l’infanzia nei nuovi quartieri periferici, con le paterne “lezioni di cultura operaia”, le materne divagazioni sulla magia del lavoro sartoriale, la famiglia comunista e quella cattolica, le ascendenze lombarde e quelle leccesi, le gite in tram, le gite in moto, la morte di John F. Kennedy e quella di papa Giovanni, Rocco e i suoi fratelli, l’oratorio, il cinema, i giochi, le amicizie adolescenziali e i primi amori fra scali merci e recinti incustoditi. E si procede con lo scatto della giovinezza, accanto l’amico maestro di vita e di visioni, sullo sfondo le grandi lotte operaie, la vitalità dei gruppi extraparlamentari, il sognante melting pot sociale di una generazione che voleva “occhi diversi”. A questa formazione si mescola la percezione dell’oggi, il prosciugamento della città industriale, i progetti urbanistici per una Grande Milano, le trasformazioni dello skyline, il trionfo della capitale della moda e degli archistar. Un romanzo autobiografico magistralmente scritto, lo sguardo teso della visione: la storia di una città, di una generazione."
Recensione:
Questo libro è una via di mezzo tra un'autobiografia ed un saggio sull'evoluzione di Milano dagli anni 50 ad oggi. L'autore è nato e cresciuto nella città e la descrive con lo sguardo di un innamorato, che conosce ed ama tutti gli aspetti del suo partner, difetti compresi.
Il libro inizia con l'infanzia di Rollo, e prosegue poi con racconti di episodi della sua adolescenza e maturità, il tutto contornato da descrizioni e riflessioni sull'evoluzione di Milano. Nel testo si parla molto anche di classi sociali, attivisti politici, architettura, teatro e fatti storici, il tutto contenuto in 317 pagine. So dirvi il numero preciso perchè ho faticato a raggiungerlo, ogni pagina aveva il peso di un macigno e se non fosse stato per questa iniziativa probabilmente avrei abbandonato a pagina 40.
Non si tratta di una vera e propria storia, l'autore parla della sua vita in modo frammentario e sconnesso e si dilunga in riflessioni e descrizioni che spesso non hanno ne capo ne coda. Per non parlare delle molte domande senza risposta e dei salti temporali continui, cose che mi hanno infastidita quanto il suono delle unghie su una lavagna.
Ma in questo turbinoso e confuso mare di parole ho trovato anche delle parti che hanno riacceso il mio interesse come ad esempio qualche episodio dell'infanzia, la notizia dell'assassinio di Feltrinelli (fatto accennato che avrei tanto voluto fosse approfondito) ed un'altro episodio molto tragico, che è riuscito a darmi uno scossone dalla noia di questa lettura.
L'idea di base di questo libro non è male, è l'esecuzione che trovo totalmente sbagliata, perchè l'autore cerca in ogni modo di spiegarci quella che è la sua "educazione milanese" ed è proprio qui che sbaglia, sarebbe semplicemente bastato raccontare in modo lineare la sua storia e lasciare che i fatti parlino più dei ragionamenti. So di essere abbastanza dura in questa recensione ma lo faccio anche perchè l'autore non è un pivellino, è il Direttore letterario della Feltrinelli, poi probabilmente il libro non vuole rivolgersi al target al quale appartengo io, ma comunque il potenziale per una buona narrazione c'era.
Sono rimasta infastidita anche dal fatto che molte cose sono date per scontate, come ad esempio: i fatti storici accennati e descritti come eventi che hanno scosso l'allora giovane autore, ma poi subito accantonati, dando per scontato che il lettore conosca l'accaduto e sappia perchè si tratta di eventi così traumatici per lui. Non so voi, ma io ammetto di essere completamente ignorante dei fatti storici italiani tra gli anni 60 e 70 (colpa dell'istruzione pubblica, non mia) e quindi mi sono ritrovata diverse volte frustrata di non capire appieno il contesto della storia. Fatti storici e tensioni sociali vengono nominati ma mai analizzati in modo approfondito, l'autore ci racconta di partecipazioni a cortei e di compagni, lasciando il lettore disorientato a chiedersi "ma lui sa quello che fa o si lascia trascinare dagli altri?".
Mi sarebbe piaciuto leggere anche come sia giunto a decidere di iscriversi all'università (faceva parte di una famiglia dedita al lavoro e non nuotavano nell'oro) e soprattutto avrei voluto sapere come sia poi arrivato a lavorare in Feltrinelli, dato che in tutta la storia non ha quasi mai accennato alla sua passione per i libri.
Come avrete capito questo libro non mi è piaciuto per niente ed il fatto che sia tra i finalisti del premio strega mi pone il dubbio sulla mia capacità di giudizio, ma questo è il sincero parere di una ragazza ventenne nata e cresciuta in una piccola città in mezzo ai monti.
Giudizio:
Personaggio Preferito:
Ho fatto una gran confusione con i nomi dei personaggi secondari, ma comunque penso che il mio personaggio preferito sia la madre di Rollo, perchè mi è sembrata una donna in gamba.
Recensione:
Questo libro è una via di mezzo tra un'autobiografia ed un saggio sull'evoluzione di Milano dagli anni 50 ad oggi. L'autore è nato e cresciuto nella città e la descrive con lo sguardo di un innamorato, che conosce ed ama tutti gli aspetti del suo partner, difetti compresi.
Il libro inizia con l'infanzia di Rollo, e prosegue poi con racconti di episodi della sua adolescenza e maturità, il tutto contornato da descrizioni e riflessioni sull'evoluzione di Milano. Nel testo si parla molto anche di classi sociali, attivisti politici, architettura, teatro e fatti storici, il tutto contenuto in 317 pagine. So dirvi il numero preciso perchè ho faticato a raggiungerlo, ogni pagina aveva il peso di un macigno e se non fosse stato per questa iniziativa probabilmente avrei abbandonato a pagina 40.
Non si tratta di una vera e propria storia, l'autore parla della sua vita in modo frammentario e sconnesso e si dilunga in riflessioni e descrizioni che spesso non hanno ne capo ne coda. Per non parlare delle molte domande senza risposta e dei salti temporali continui, cose che mi hanno infastidita quanto il suono delle unghie su una lavagna.
Ma in questo turbinoso e confuso mare di parole ho trovato anche delle parti che hanno riacceso il mio interesse come ad esempio qualche episodio dell'infanzia, la notizia dell'assassinio di Feltrinelli (fatto accennato che avrei tanto voluto fosse approfondito) ed un'altro episodio molto tragico, che è riuscito a darmi uno scossone dalla noia di questa lettura.
L'idea di base di questo libro non è male, è l'esecuzione che trovo totalmente sbagliata, perchè l'autore cerca in ogni modo di spiegarci quella che è la sua "educazione milanese" ed è proprio qui che sbaglia, sarebbe semplicemente bastato raccontare in modo lineare la sua storia e lasciare che i fatti parlino più dei ragionamenti. So di essere abbastanza dura in questa recensione ma lo faccio anche perchè l'autore non è un pivellino, è il Direttore letterario della Feltrinelli, poi probabilmente il libro non vuole rivolgersi al target al quale appartengo io, ma comunque il potenziale per una buona narrazione c'era.
Sono rimasta infastidita anche dal fatto che molte cose sono date per scontate, come ad esempio: i fatti storici accennati e descritti come eventi che hanno scosso l'allora giovane autore, ma poi subito accantonati, dando per scontato che il lettore conosca l'accaduto e sappia perchè si tratta di eventi così traumatici per lui. Non so voi, ma io ammetto di essere completamente ignorante dei fatti storici italiani tra gli anni 60 e 70 (colpa dell'istruzione pubblica, non mia) e quindi mi sono ritrovata diverse volte frustrata di non capire appieno il contesto della storia. Fatti storici e tensioni sociali vengono nominati ma mai analizzati in modo approfondito, l'autore ci racconta di partecipazioni a cortei e di compagni, lasciando il lettore disorientato a chiedersi "ma lui sa quello che fa o si lascia trascinare dagli altri?".
Mi sarebbe piaciuto leggere anche come sia giunto a decidere di iscriversi all'università (faceva parte di una famiglia dedita al lavoro e non nuotavano nell'oro) e soprattutto avrei voluto sapere come sia poi arrivato a lavorare in Feltrinelli, dato che in tutta la storia non ha quasi mai accennato alla sua passione per i libri.
Come avrete capito questo libro non mi è piaciuto per niente ed il fatto che sia tra i finalisti del premio strega mi pone il dubbio sulla mia capacità di giudizio, ma questo è il sincero parere di una ragazza ventenne nata e cresciuta in una piccola città in mezzo ai monti.
Giudizio:
Personaggio Preferito:
Ho fatto una gran confusione con i nomi dei personaggi secondari, ma comunque penso che il mio personaggio preferito sia la madre di Rollo, perchè mi è sembrata una donna in gamba.
Ecco tutte le tappe dell'evento e vi invito a scoprire la prossima recensione, domani sul blog "Some Books Are"